di Maria Filippone

 Il 12 di Gennaio Saturno e Plutone si incontreranno a 22° e 46’ del  Capricorno, un evento particolare con queste particolari peculiarità perché, se è vero che Saturno fa il giro dello Zodiaco in 29 anni e incontra Plutone ogni 37 anni circa, è anche vero che Plutone in Capricorno ci passa ogni 250 anni e non sempre Saturno transita nello stesso segno. Morale ci troviamo di fronte ad un transito raro che darà il via ad un ciclo di grande portata.  Il Capricorno è il domicilio di Saturno ed è un segno che ha caratteristiche di autonomia, di struttura e di indipendenza. Anatomicamente riguarda la colonna vertebrale, quindi la possibilità di stare eretti e di crescere. È un segno cardinale che inizia con il Solstizio d’inverno, quando finalmente le giornate cominciano ad allungarsi. Nella mitologia Saturno era il padre di Plutone ed è stato Giove ad esiliare il padre Saturno, suddividendo il potere dei tre regni tra sé stesso e i due fratelli Plutone e Nettuno. A Plutone ha assegnato le profondità, le viscere della Terra, la vita nascosta interiore, mentre a Nettuno ha destinato gli oceani coi suoi abissi. Dunque Plutone presiede al regno del nascosto, dell’occulto e per estensione al regno dell’inconscio collettivo, alle origini più antiche da cui la vita sulla Terra ha provenienza.  È il dio della ricchezza interiore, oltre che degli inferi. Simbolicamente allora Saturno (padre esiliato) incontra Plutone (figlio liberato) e possiamo solo sperare che l’incontro sia di riappacificazione. L’energia di Saturno è quella di strutturare e di contenere, dunque di limitare in una forma mentre Plutone ha un’energia che irradia e va sempre più in profondità, mentre trasmuta e rigenera. Saturno è arido ed essenziale e Plutone è fecondo e particolare: due principi che devono interagire per consentire la vita. Senza Saturno saremmo senza struttura e senza Plutone non avremmo alcuna capacità rigenerativa. Il primo si occupa dei processi di cristallizzazione della forma, che occorrono affinché la struttura si consolidi e il secondo del processo di distruzione di quanto ha da essere trasformato perché ha concluso il proprio ciclo. I due pianeti dunque sono collegati ai cicli in cui è tempo di distruggere per creare nuova forma. Allora un’ipotesi potrebbe essere quella che sia tempo oltrepassare i confini, entro i quali siamo stati contenuti da lungo tempo, spinti da una energia che riguarda il collettivo (Plutone)  in questo particolare momento storico, che implica una evoluzione dalla quale non possiamo esimerci. Incontriamo le nostre origini, le affrontiamo, ci confrontiamo con esse per spingerci più in là. La nostra provenienza  è proprio collegabile a Plutone, incarnando questo il principio maschile archetipico, il maschile che ha fecondato la materia da cui siamo stati generati. È la nostra ricchezza interiore, quella che permette la riproduzione della specie, poiché presiede al processo di morte e rinascita. Alla luce di quanto sopra ecco che non sono energie antitetiche, l’una necessita dell’altra, per potersi manifestare. Plutone è potente ma informe e Saturno altrettanto potente in una forma che prende la propria struttura. È un incontro tra Titani che scuotono il nostro essere in profondità per rigenerare le parti sterili, la cui forma limita l’evoluzione della specie. Magari è tempo di abbattere ad ogni livello le forme cristallizzate che non hanno più possibilità di evoluzione perché hanno raggiunto il punto di non ritorno. Si può pensare ad una comprensione ormai vecchia e sterile che può solo sfaldarsi. Oppure a strutture di potere personale e/o sociale, inaridite in una forma che oramai può solo sgretolarsi. Anche chi ha raggiunto il potere, anche chi è “gigantesco”, perché ha raggiunto il successo, se non ha provveduto a fare in modo che la struttura fosse adeguata, ecco che troverà che tutto frana e si disgrega. Possiamo dire che, laddove la struttura è inadeguata è solo attuabile il totale disgregamento? Questa congiunzione potente ed eccezionale di Saturno con Plutone nel Capricorno la dice lunga su ambizione, autonomia (Capricorno), disgregazione (Plutone) e limite, struttura (Saturno).

Secondo i calcoli di Astrodienst la congiunzione accade alle ore 17 e 58, ora europea. Il grafico redatto per Roma, posiziona la congiunzione in casa sesta, in Capricorno appunto e negli stessi gradi troviamo anche il Sole al 22° e Mercurio al 23°, uno stellium potentissimo con quattro pianeti congiunti. I due Titani si sono dati appuntamento, tra il Sole e Mercurio e saranno i principi che i due pianeti personali incarnano ad essere fortemente frantumati dalla potenza di Saturno e Plutone. Il pensiero, interprete degli eventi (Mercurio) e l’individualità, l’essenza dell’IO (Sole) dovranno accogliere questa potente vibrazione cosmica. Ovviamente ognuno lo farà a modo suo, l’aggiornamento è globale, come fosse un cambio di energia che ci apre e ci compenetra. Se fossimo dei computer sarebbe un programma di aggiornamento per renderci adatti a questo nuovo ciclo. Ma noi non siamo computer abbiamo un cuore (Sole) e una mente pensante (Mercurio). Sarà tempo di collegare la mente con il cuore? Sarà tempo di fondere le due energie in una unica che rende la mente saggia, perché guidata dal cuore? Forse potrebbe essere questa una strada, quella di disgregazione di un mentale arido che, così com’è non consente l’interpretazione adeguata della nuova Era di cui questo stellium è portatore, informatore ed essenza.

Maria Filippone gennaio 2020
mariafil@libero.it