Maria Fi

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Avevo 26 anni nel 1979 ed ero nel ben mezzo di una crisi esistenziale, ascoltavo, a Radio Manila, una trasmissione condotta da una astrologa. Credo mi ispirasse fiducia o forse ero veramente disperata, così la contattai e presi un appuntamento. Con uno strano grafico in mano mi disse molte cose di me, della mia vita e, soprattutto del mio carattere. Questo mi lasciò molto turbata. Come era possibile? Come poteva costei, con un foglio pieno di segni e di righe, dirmi di me molto più di quanto chi mi conosceva bene sapeva? Rimasi qualche giorno con tutti questi interrogativi in testa, finché decisi di chiamarla per chiedere se teneva dei corsi. Così iniziai a studiare astrologia, ingenuamente credendo che avrei potuto, nell’arco di qualche anno decodificare anche io gli stessi segni ma, più studiavo e più mi rendevo conto della complessità della materia e, più mi addentravo e più me ne innamoravo. Un amore che dura tutt’ora che di anni ne sono passati più di 30. Ho intrapreso e finito il percorso di astrologia di Lisa Morpurgo, sono passata all’Astrologia e Mito di Sicuteri, ho proseguito con astrologia karmica di Arroyo, Liz Greene e H. Sasportas e tanti altri. Strada facendo ho scoperto con stupore che persino Jung ne parlava nei suoi studi e alla fine sono approdata al Trattato dei Sette Raggi della Bailey per la cui interpretazione non mi basterà questa vita. Da qualche anno, costellazioni familiari e psicogenealogia mi hanno aperto gli orizzonti ad interpretazioni che parlano della storia del singolo. E chi lo sa dove altro approderò? Perché di sicuro ho imparato ad avvicinarmi con umiltà e riverenza a questa materia, complessa e magica allo stesso tempo, che mi ha portato molto più lontano di quanto avrei anche solo potuto supporre. Ho imparato a decodificare quei segni e righe che avevano svelato troppe cose di me a quella illustre sconosciuta, ma soprattutto ho imparato a leggere in questi segni le sottili trame del destino che, per ognuno è un po’ diverso, vuoi per una infinità di variabili, vuoi perché, sebbene ci siano vite molto simili, ognuno interpreta gli accadimenti in modo diverso e, soprattutto, è stato concepito nella propria storia personale e familiare, che i pianeti lenti ben si occupano di tramandare con dovizia di particolari.

Maria Filippone. mariafil@libero.it

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