Vergine

VERGINE  – segno mobile di elemento Terra  – dal 22 agosto al 22 settembre

 Vergine, sesto segno, completa il primo emiciclo della Ruota Zodiacale iniziata all’equinozio di primavera con Ariete.  La sua energia rispecchia esattamente le caratteristiche del periodo stagionale che le compete. È il momento della fine dell’estate in cui la natura si mette nell’ aspettativa di mostrare una nuova e diversa immagine di sé, si prepara a spogliarsi di ogni ornamento con cui si è abbellita nel periodo primaverile ed estivo per entrare in sé e ritornare nel grembo stesso della terra da cui partirà poi, con la nuova stagione, un nuovo ciclo di vita.

Vergine ha la caratteristica di minimizzare tutto ciò che considera semplice fronzolo, inutile ornamento che non serve a creare stabili fondamenta su cui poi costruire l’intero edificio. È lei che tiene in piedi tutta la nostra struttura fisica attraverso cui il nostro essere, la nostra entità celeste, ha modo di entrare in manifestazione e interagire con l’aspetto terreno della vita.

Meticolosa ma poco paziente, minimalista ma attenta al dettaglio, laboriosa ma incline a non accettare grandi responsabilità: così viene descritta la personalità di coloro che nascono sotto questo segno. Nessuno, neppure loro stessi, è spesso in grado di ben comprendere quanto grande è l’aiuto e il sostegno silenzioso che l’energia Vergine sa apportare all’insieme delle faccende quotidiane, griglia portante di questa  nostra vita.

È su questa griglia, su questa rete dalle maglie precise  che si innesta e si radica ogni tipo di sviluppo e di realizzazione umana. È  la base da cui partire per conseguire grandi mete, per raggiungere importanti obiettivi, è terreno sicuro su cui impiantare  i pilastri capaci di sostenere poi il progetto compiuto. La Vergine controlla che in questa rete non vi siano smagliature e che sia sempre perfetta e ben ripulita.  È con la stessa identica  cura e attenzione che nel corpo umano essa tiene sotto controllo tutta la miriade di informazioni che costantemente e senza sosta si scambiano le nostre cellule. È lei che ne organizza lo scambio e si accerta che tutto proceda secondo le precise istruzioni che la memoria cosmica le ha affidato. Oltre al buon funzionamento corporeo, gli organi a lei attribuiti sono l’intestino e quella parte del fegato preposta al deposito delle sostanze nutritizie.

Il bisogno di immagazzinare gli è conferito proprio dal suo periodo stagionale in cui nei tempi antichi si iniziava a fare le scorte per l’inverno. È il momento in cui il Sole cala sempre di più all’orizzonte e il suo arco si fa più breve, la natura non produce più ogni sorta di frutti se non quelli che occorrono: l’uva zuccherina che si trasformerà in mosto e poi in vino, fagioli fichi noci e nocciole che a lungo si conserveranno secchi . E’ dunque innato per la Vergine il fatto di conservare,  e tutto ciò che ‘mantiene a lungo’ è sotto la sua vibrazione  come ad esempio l’arte dell’imbalsamazione che  preserva il corpo fisico dal decadimento,  o l’arte della fotografia che fissa lo scorrere del tempo in un’immagine.  L ’altro lato della medaglia di questa funzione così importante e necessaria anche al mantenimento di tradizioni, culti, radici, è il rischio di cadere in una sorta di immobilismo che frena il divenire e non permette più all’energia di circolare liberamente e apportare così sempre nuova linfa vitale al fluire naturale delle cose, non ci sarà più l’arte di preservare e custodire nel tempo ma il blocco che immobilizza e cristallizza. Questo a livello psicologico si traduce con la paura del cambiamento, la paura di lasciarsi andare all’onda evolutiva della vita. Secondo l’astrologia tradizionale Vergine è governata da Mercurio, pianeta degli scambi, ma secondo la metodologia astrologica messa a punto da Lisa Morpurgo che prende in considerazione dodici pianeti anziché dieci, questo segno è governato dal pianeta signore del tempo lento, talmente lento da sembrare per noi immobile.

È solamente da un paio d’anni che questo pianeta è stato scoperto e di cui è stata riconosciuta  l’esistenza da parte degli astronomi più accreditati,  il suo nome è ancora controverso, alcuni lo chiamano Sedna.

 L’apparato intestinale, anch’esso  assegnato alla Vergine, è di vitale importanza, attraverso l’intestino vengono assorbite tutte le sostanze nutritizie necessarie al fabbisogno del nostro corpo fisico. Quando esso è mal funzionante ,  si introducono nella linfa anche  le scorie improduttive da eliminare, che vengono poi metabolizzate intossicando l’intero organismo. L’intestino   è spesso definito ‘il cervello addominale’ poiché, attraverso il nervo vago, esso è in stretto rapporto con la corteccia cerebrale con cui direttamente comunica. Infinite terminazioni nervose intestinali fanno sì che qualsiasi minimo disequilibrio ormonale  si rifletta sull’attività intestinale che smette di funzionare con regolarità, la regolarità di un orologio.
Scandire il tempo, incasellare l’eterno-infinito-presente in un preciso e preordinato sistema di misurazione temporale  è un’altra delle importanti funzioni della Vergine. Tutti i meccanismi quali orologi, clessidre, meridiane, ma anche tabelle orarie e agende per appuntamenti, fanno parte della simbologia di questo segno. E così l’attività quotidiana determinata da orari fissi diventa la nostra ‘tabella di marcia’ che ci suddivide le ore, ci predetermina la giornata, e a volte non ci permette più di uscire  ad assaporare i grandi spazi, illimitati e senza tempo, dove  dimorano i nostri desideri, i nostri sogni, le nostre profondità interiori, tutto quel nostro mondo creativo che solo può dare nutrimento alle nostre azioni. Per il nostro equilibrio psico-fisico queste due dimensioni del tempo e del non-tempo devono, non solo comunicare, ma completamente armonizzarsi ed integrarsi, ed è quello che avviene quando si compie un atto sacro.  Nella modalità rituale sempre uguale a se stessa, l’officiante richiama un’energia ogni volta nuova, ogni volta fresca e rinnovata nella sua essenza.

Questo è ciò che anche noi possiamo fare negli atti sempre uguali che durante la giornata siamo chiamati a compiere.  La monotonia del gesto e la noia della ripetitività delle azioni  possono dileguarsi se manteniamo il contatto costante con il nostro mondo interiore  e lo lasciamo fluire in tutto ciò che facciamo. Così le nostre giornate, una dopo l’altra come tante perle di una magnifica collana, possono diventare un meraviglioso percorso in cui scoprire e disvelare ciò che veramente siamo e ciò per cui abbiamo deciso di intraprendere il nostro breve cammino sulla Terra.


VERGINE secondo LISA MORPURGO

Sesto segno dello Zodiaco, la Vergine segna la fine del conteggio della prima metà del cerchio zodiacale e l’inizio dell’altra metà, il giro invertito che è il giro di uno Zodiaco che si infila nell’altro. La Vergine inizia la serie autunnale autentica, anche se non è quella autunnale del calendario. Non si può più contare esattamente dall’Ariete perché c’è la linea bisettrice che va dai Pesci alla Vergine.

La Vergine è un segno neutro e nel nostro Zodiaco è occupato da pianeti neutri e da un controluminare, Mercurio, Urano e Y, mentre in trasparenza troviamo Marte: questa posizione indica quindi che tra i Gemelli e la Vergine si ricrea il parallelismo di Marte e Plutone, l’uno per trasparenza e l’altro per esistenza. La presenza dei tre pianeti nella Vergine è abbastanza chiara. A mio avviso, nonostante l’importanza che dà alla Vergine l’esaltazione di Urano – e quindi questo senso della tecnica e dell’attenzione – è importantissima la presenza di Y nel segno.
La presenza di Y, preponderante nella Vergine, dà veramente una delle caratteristiche più importanti del segno, ossia la necessità di lavorare con attenzione per la durata, per la conservazione e quindi l’attenzione come sostituto dell’improvvisazione. Y in Vergine rimane isolata. Voi sapete che la base da cui si muove Y è sempre il segno dei Gemelli; che si sposti in esaltazione nel Leone nel nostro Zodiaco o in Ariete nell’altro, sono i Gemelli il perno dove Y riesce ad associarsi sempre al Sole.
Questa vicinanza del Sole a Y, della sorgente di vita all’origine del tempo, dà ai segni solari dove si trova Y la sicurezza di poter dominare il tempo. Il fatto che nella Vergine Y rimanga in un certo senso ancorato lì senza potersi muovere dà alla Vergine l’impressione che il tempo vada recuperato con mezzi diversi da quelli della vitalità solare. Ossia, questo tempo che la solarità ritiene di poter dominare per virtù propria – il Leone se ne infischia del tempo perché è nato con lui e con lui rimane e domina – nella Vergine deve essere coltivato come in una serra.
Nella Vergine c’è dunque la durata artificiale del tempo, è il segno dell’artigianato e dell’artificio. Non potendo avere la sicurezza che i frutti maturino da soli e che le piante crescano con l’inverno incombente, la Vergine si basa sull’artificio.

La passione sovente per la minuzia – anche nella scrittura – è a mio avviso una conquista dello spazio. Al contrario del Sagittario che conquista gli spazi all’esterno, la Vergine li conquista all’interno. Quest’ordine classificatorio e questa precisione sono un risparmio anche dello spazio che si accompagna al risparmio del tempo. E’ il saper sfruttare tutto al massimo in vista di una necessità di difesa dell’inverno incombente. Naturalmente questo condizionamento resta nello Zodiaco, non è che tuttI i nativi della Vergine abbiano questa impressione. E’ in un certo senso la riproduzione della vita.
Il frutto conservato è la riproduzione del frutto fresco. La capacità di ripetere, con un telaio, la stessa operazione più volte, consente di ottenere la stoffa; è la ripetizione di un gesto che non può più essere spontaneo come nei periodi estivi perché deve essere calcolato e sicuro.

Uno degli incubi della Vergine è l’errore, e anche qui si spiegano benissimo i condizionamenti. Siccome alla Vergine è affidata la sopravvivenza dei mesi invernali – ed è una funzione importantissima – l’errore può avere delle conseguenze incalcolabili. Affumicare male il quarto di bue che deve durare fino alla nascita del primo vitello significa rischiare di morire di fame. C’è dunque l’incubo dell’errore e la speranza di ottenere qualcosa che non commetta errori, tipo il robot o il calcolatore. Invece della fiducia nell’energia, nella testardaggine, nel calore, nella vivacità, nell’estro, nella natura, caratteristiche dei segni precedenti, nella Vergine c’è una grande fiducia nella macchina. Tra la macchina e l’uomo la tendenza della Vergine è preferire sempre la macchina, cioè qualcosa che non sbaglia mai perché privato di tutti quegli elementi terribilmente imprevedibili che sono appunto la fantasia, l’estro, la pigrizia, etc. Quasi che la Vergine debba rimediare a tutti i difetti precedenti. In questa lotta contro i difetti che l’hanno preceduta, in questo bisogno di una regola per non sbagliare, c’è quel grosso desiderio di livellamento della Vergine che troviamo nella Casa sesta: “tutti uguali”.
Secondo la Vergine, assicurandosi un comportamento sempre uguale secondo certe regole, nessuno sbaglia e il mondo va avanti benissimo. Certo, secondo loro!

Un fatto curioso di questo livellamento e del fatto che nessuno emerga, induce un mio conoscente a tagliare il più possibile gli alberi, non tanto per astio verso gli alberi stessi, quanto per livellarli con il terreno! Le caratteristiche della Vergine sono dunque il bisogno della ripetizione e del livellamento e la grandiosa capacità tecnica.
Negli anni ’60 Plutone e Urano in Vergine hanno portato alla nascita della transistorizzazione e in più, a mio avviso, a tutti gli esperimenti biologici per riprodurre l’uomo in provetta. Tali iniziative appartengono a quel periodo. Questo è il grande sogno della Vergine: riprodurre l’uomo senza nemmeno il bisogno di accoppiarsi, atto che rende possibile eliminare tutti quegli slanci che danno l’imprevedibilità della vita e realizzare quindi la gioia di poter prevedere tutto secondo una certa regola. Questa è l’alleanza di Urano con Y.

Ritengo però che sia stato troppo e troppo malamente sottovalutata la presenza di Mercurio. A quanto contrariamente si dice, la Vergine ha un finissimo umorismo anche se portato all’understatement, e in secondo luogo perché Mercurio in Vergine dà veramente la produzione analitica della saggistica, gli essais francesi che sono il nerbo della letteratura francese vengono da Mercurio. Mentre il Mercurio-Gemelli è quello che capta la notizia ma non la analizza e subito si interessa a quella successiva o passa oltre, nella Vergine Mercurio diventa analitico, supporto fortissimo all’attività uraniana di macinazione del tempo. Non è ancora una facoltà logica perché Saturno non c’è, però rappresenta una facoltà analitica; ricordiamo che Linneo era un Vergine e ha costruito la prima classificazione botanica del mondo, che noi usiamo tutt’ora.

La trasparenza di Marte è spiegabilissima perché la Vergine non è affatto così mite come si crede. Ed è giusto, perché la Vergine ha bisogno di difendere il suo operato ed è in un certo senso un’isola.

L’unico segno che appoggia la Vergine è la Bilancia. Quello che la Vergine mette in conto della metodologia, della regola, dell’ordine e della disciplina, la Bilancia lo mette nel conto della forma e della raffinatezza; c’è, se volete, un salto di qualità tra Vergine e Bilancia, però si capiscono e vicenda. La Vergine dice “voglio una casa ordinata”  e la Bilancia dice “la voglio anche raffinata”, però nella conduzione della stessa casa si scontrano rarissimamente.
A parte la Bilancia, la Vergine deve affrontare gli altri undici segni dello Zodiaco e da qui nasce il lamento, che non è lunare – caduta della Luna – ma è  la chiara coscienza di avere una funzione burocratica in un mondo di pazzi! Questa loro ricerca della specializzazione e dell’ordine ne fanno dei rompiscatole, la caccia all’errore diventa per la Vergine faticosissima. Il fatto importante è che nel 90% dei casi la Vergine ha ragione! Ed è questo che la rende ancora più pesante.
Una delle cose che riesce difficilmente ad imparare è che avendo ragione può certe volte non dirlo.
Ci sono caratteristiche della Vergine che vengono per estensione a questa gioia dell’artificio anche se applicato alla natura, ed è il giardinaggio, cioè l’addomesticamento della foresta ridotta a giardino; il “pollice verde” nella Vergine in moltissimi casi c’è.

Il suo difetto principale è la suscettibilità, a volte sproporzionata. Questo sentirsi feriti per le piccole cose secondo me va visto sotto un’altra luce. E’ come se l’altro la pigliasse in colpa, e siccome essere in colpa e in errore è per la Vergine un peccato capitale, questo la manda in crisi. E’ come dire a un Gemelli “ti trovo un po’ invecchiato” o ad un Leone “sei un po’ sul tirato”.

L’esilio di Nettuno è più vistoso ed è rappresentato come mancanza di fantasia, che per la Vergine tuttavia è provvidenziale: la regola e la precisione non vanno d’accordo assolutamente con la fantasia. Inoltre Nettuno dice “se proprio non ce la fai, cambia” e dà delle possibilità di evadere dal dovere, e questo per la Vergine è veramente drammatico.

Il rifiuto della Luna è di nuovo il rifiuto di quella parte emotiva anch’essa nemica di quello che è la secchezza dell’ordine e della regola. La caduta della Luna dà al segno questo senso di rigore e soprattutto l’orrore dell’enfantillage. La Vergine tollera poco gli atteggiamenti infantili, è un segno adulto e responsabilizzato che non ha la disponibilità di capire le debolezze perché per lei le debolezze vanno corrette.

L’esilio di Giove nella maggioranza dei casi si traduce in una spasmodica avarizia soprattutto per le piccole cose. Il motto della Vergine è “non si sa mai” ed è lei quella che mette via corde e carta per pacchi e tappi di bottiglie! Il rapporto della Vergine con il denaro è difficile. Se potesse, la Vergine restaurerebbe il baratto perché il regno della Vergine è l’oggetto, la cosa. Il denaro diventa un problema: o lo spreca o lo tesaurizza nel materasso e del denaro, comunque, parla sempre.
La necessità imperativa della Vergine è il lavoro. Gli appartenenti al segno sono veramente i più grandi lavoratori dello Zodiaco, come il Toro e il Capricorno; tuttavia, questi ultimi due segni lavorano sempre per uno scopo, mentre la Vergine ama il lavoro in sé stesso – esaltazione di Urano – e non può stare senza lavorare, è la passione della sua vita.

La Vergine sembra un segno semplice ed è invece molto complesso.

 Lezione di Lisa Morpurgo del 1989

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Laura Bottagisio

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